LE FOIBE

le foibe - attualità

UNA STRADA PER DON BONIFACIO
Comunicato stampa del Comune di Trieste

Un angolo centralissimo di Trieste, per la precisione lo spiazzo posto all’inizio del viale XX Settembre presso la nuova fontana installata nell’area di recente ripavimentazione, porterà, a partire da domani, sabato 10 settembre, il nome di don Francesco Bonifacio “sacerdote istriano, martire per la fede” – così sarà l’iscrizione sulla targa – scomparso tra Grisignana e Villa Gardossi proprio in queste giornate di una fine d’estate di 59 anni fa (l’11 settembre 1946) e mai più ritrovato, a seguito del suo arresto da parte delle guardie popolari jugoslave operanti sul territorio della penisola istriana.
Comunemente ritenuto, per tale motivo, vittima della persecuzione antireligiosa instaurata nella Jugoslavia comunista di allora, don Bonifacio, nato a Pirano nel 1912, ordinato sacerdote a Trieste nel 1936, nominato “cappellano esposto” di Villa Gardossi nel 1939 dal Vescovo mons. Santin, è stato elevato dalla Chiesa al rango di Servo di Dio ed è attualmente in corso il processo per la sua beatificazione.
L’annuncio ufficiale dell’intitolazione viaria e degli altri dettagli della cerimonia commemorativa in suo ricordo è stato dato ieri in Municipio dallo stesso Sindaco Dipiazza e dall’Assessore con delega alla Toponomastica Fulvio Sluga, affiancati da don Paolo Rakic vice-postulatore della causa di beatificazione, dal consigliere regionale Bruno Marini primo proponente dell’intitolazione, alcuni anni fa, e da numerosi consiglieri comunali già sottoscrittori di una mozione in tal senso rivolta al Sindaco (Camber, Declich, Di Tora, Gabrielli, Porro).
Illustrato il programma di domani, che prevede alle ore 18, nella Chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo, una S. Messa di suffragio celebrata dal Vescovo mons. Ravignani, cui seguirà alle ore 19 la cerimonia di scoprimento della targa con interventi dell’Assessore Sluga, dello stesso Vescovo Ravignani e del Sindaco Dipiazza nonchè del coro dell’Associazione Carabinieri, i partecipanti alla conferenza hanno sottolineato le motivazioni dell’atto.
In particolare, il Sindaco Dipiazza ha voluto ricordare come l’intitolazione a don Bonifacio sia il seguito ideale e simbolico di un altro analogo precedente provvedimento dell’Amministrazione in carica: quello con cui si è voluto rendere omaggio all’altra giovane martire istriana, Norma Cossetto.
Concetto questo ripreso dall’Assessore Sluga che ha parlato di un “trittico” di intitolazioni commemorative di quel tragico periodo, cui manca ancora quella più generale dedicata a tutti i “Martiri delle Foibe” cui l’Amministrazione pensa di riservare una via di Roiano, prossima alla caserma della Polizia Stradale, dopo lo spostamento della stessa nella prevista nuova sede.
Don Rakic ha tratteggiato la storia del religioso istriano e le vicende di quegli oscuri anni, concludendo che don Bonifacio fu ucciso non perché portabandiera di un gruppo o di una fazione ma solamente “in odium fidei”, nel quadro di una persecuzione che colpì dai vescovi fino ai semplici preti, italiani, sloveni e croati, dall’aggressione a mons. Santin fino a quella a mons. Ukmar (a Lanischie nell’agosto 1947, durante la celebrazione delle cresime) che vide, nella stessa occasione, l’assassinio del suo accompagnatore don Bulesic.
Bruno Marini ha ringraziato infine la Giunta Municipale e tutti coloro che hanno sostenuto il compimento di questo “voto”, primo fra tutti il Sindaco Dipiazza “che ha personalmente indicato – ha detto Marini - il luogo centralissimo di questa intitolazione”.

COMTS - FS

da Comune di Trieste

- Nasce largo Bonifacio, nel nome di un infoibato da Il Piccolo
- Don Bonifacio: un esempio di persecuzione religiosa
- Comunicato stampa del Comune di Trieste
- Le foto della manifestazione


TERRORE A TRIESTE