LE FOIBE

le foibe - rassegna stampa

Tragedia riscoperta
Il Piccolo 03/02/05
di Maurizio Gasparri Ministro delle Comunicazioni

Finalmente. Dopo oltre cinquant'anni di silenzio le foibe tornano a essere parte della storia d'Italia. E non poteva essere scelta che Trieste come città simbolo in vista delle celebrazioni del 10 febbraio per il «Giorno del ricordo» delle foibe e delle migliaia di esuli istriani, fiumani e dalmati. 

Che la presentazione di oggi in anteprima di «Il cuore nel pozzo», fiction prodotta da «Rizzoli Audiovisivi» per la Rai che andrà in onda in prima serata su Raiuno domenica e lunedì, avvenga in questa città ha un grandissimo significato. Trieste è stata la città che più di tutte ha pagato un alto prezzo alla conclusione della seconda guerra mondiale. 

Spartita tra i vincitori poi contesa tra Italia e Jugoslavia, ma soprattutto testimone impotente del dramma di migliaia di italiani, che perseguitati dall'odio nazionalista dei comunisti di Tito cercarono rifugio nella città giuliana. Per decenni le immagini e i ricordi dei più anziani sono state sepolte dall'egemonica cultura della sinistra. Ora è arrivato il tempo della memoria, di riflettere su tutto quello che è accaduto. Ma fa male registrare che ancora oggi a più di cinquantanni di distanza, dopo la caduta del comunismo e la fine dell'esperienza politica e culturale della Prima Repubblica, ci siano cori di indignazione e accuse di strumentalizzazione, che il Paese si divida nuovamente tra chi chiede il recupero della verità storica e chi cerca ancora di nasconderla.

Le tragedie di una Nazione non devono essere momento di divisione, ma occasione di unità, per ritrovare quei sentimenti che fanno di un popolo una Patria. Al grido di giustizia e di dolore che quelle migliaia di italiani in fondo a un pozzo ci lanciano, dobbiamo rispondere. Lo dobbiamo per amore della verità, della storia ma soprattutto dei giovani. Una memoria mutilata, manipolata, non sarà mai capace di generare una Nazione veramente libera e democratica. Una Nazione si fonda sul ricordo, sulla lezione del passato. È nel ricordo delle proprie vicende storiche, nella loro analisi critica, anche se a volte dolorosa, che si forgia la coscienza critica di un popolo. 

Tanti giovani italiani, oggi maturi, sono cresciuti senza sapere nulla di quella tragedia. Né una lapide, né un rigo sulle pagine di storia. Una scelta ingiusta. Quindi nessuna operazione politica, nessun tentativo di strumentalizzare una tragedia. Non sarebbe giusto per quelle migliaia di italiani, nostri fratelli, significherebbe ucciderli di nuovo. La memoria non può essere di parte. Non deve essere di parte. 

Ora la tragedia delle foibe, finalmente, torna a essere parte della storia d'Italia, della nostra storia. Per sei decenni la nostra Nazione è stata drammaticamente divisa da quella tragedia. Oggi il compito a cui siamo stati chiamati con l'istituzione della legge sulla memoria è proprio quello di recuperare questa coscienza critica infondendo nelle nuove generazioni i principi della libertà e dell'uguaglianza.

È da tragedie come quella delle foibe che il nostro Paese può capire gli errori e i drammi che generano le dittature, le aberrazioni ideologiche. L'Italia riabbracci quegli italiani perduti, la sua memoria di popolo, il ricordo delle sue sofferenze. Torni a essere la Patria di tutti, torni unita e italiana come è accaduto per Trieste, accogliendo nel suo seno tutti i suoi figli. Solo così potrà evitare il ripetersi di simili tragedie, di vedere tradita la sua memoria. 

Quest'anno, per la prima volta, il nostro Paese ha quindi l'occasione che il ricordo diventi riflessione. Ha l'occasione di riparare a un torto che per troppo tempo ha commesso nei confronti di migliaia e migliaia di italiani.

L'Italia, stavolta, non perda questa occasione. Senza divisioni.
Maurizio Gasparri
 

TERRORE A TRIESTE